La Leggenda


Agli inizi del 18mo secolo nel tempio di Lao Tsun vivevano in preghiera i sacerdoti Kittah, famosi per la loro saggezza. Guardiani dei templi, veneravano in particolar modo il dio Song.Hio e la dea dagli occhi di zaffiro Tsun-Kyan-Tsé che presiede alla trasmigrazione delle anime. Con loro, 100 gatti bianchi dagli occhi gialli popolavano i templi. Il più venerabile di questi sacerdoti era Mun-Ha, vicino al quale meditava Sihn, un gatto bianco con gli occhi gialli.
Durante un attacco del tempio da parte dei Thai e dei Brahamani, Mun-Ha fu ucciso, con il divino gatto al suo fianco. Sinh salì allora sulla testa del suo padrone, resto con gli occhi fissi sulla statua della dea e subì una metamorfosi. Le sue zampe, le orecchie, il muso e la coda presero il colore scuro della terra. Le sue quattro zampe scure che toccavano il cranio del venerabile sacerdote martire, divennero di un bianco abbagliante...e dalle unghie alla radice delle dita. La statua della dea si chinò verso Sinh e gli coprì con la mano gli occhi gialli che divennero dello stesso profondo blu zaffiro degli occhi della dea. Sotto lo sguardo di Sinh, i Kittah, spinti da una forza invincibile si precipitarono a chiudere le pesanti porte del tempio. Passando da un sotterraneo richiusero la porta di bronzo sui Thai e sui Brahamani che, fatti prigionieri, furono massacrati. Il tempio era salvo dalla profanazione e dal saccheggio. Sinh non abbandonò il suo padrone rifiutando ogni cibo. Morì sette giorni dopo portando verso Tsun-Kyan-Tse l’anima di Mun-Ha, troppo perfetta ormai  per la terra.
Sette giorni dopo la morte di Sihn i sacerdoti, riuniti per decidere la successione di Mun-Ha, videro venire in gruppo lento, i 100 gatti del tempio che, oh meraviglia, avevano subito la stessa trasformazione di Sinh, le loro zampe erano guantate di bianco e il topazio dei loro occhi  era mutato in zaffiro. Silenziosi e sinuosi circondarono Ligoa, il più giovane dei Kittah, designando così la volontà della dea.

 

 I birmani da quel giorno ebbero l'incarico di accompagnare l'anima dei loro amici monaci  una volta morti, verso la Dea a godere eterna beatitudine e si avverte che se qualcuno farà del male a uno di questi gatti, i birmani, la sua anima non avrà più un accompagnatore verso il cielo della Dea e vagherà dannato per l'eternità!

 

  Un pò di Storia

 

La storia della comparsa del gatto Sacro di Birmania in Europa non è meno avventurosa della sua leggenda: i primi due esemplari giunsero in Francia nel 1918, ma soltanto la femmina sopravvisse mettendo al mondo una cucciolata da cui ebbe origine l’intera razza. Dopo l’ultima guerra mondiale, la razza subì una tale contrazione da rischiare l’estinzione.

 

Fu grazie all’impegno di un gruppo di allevatori  francesi che venne salvata  dall’estinzione e selezionata con cura. Il riconoscimento ufficiale della razza risale al 1966.